“Noi Allegri non lo vogliamo!”, era stato accolto così il tecnico livornese nel Luglio 2014 con i tifosi bianconeri che avevano salutato Conte pochi giorni prima. La Juventus campione d’Italia per tre volte consecutive, comincia un nuovo percorso che si rivelerà uno dei più prolifici della storia del calcio italiano: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane ed il sogno Champions interrotto
due volte in finale da Barcellona e Real Madrid.
Un personaggio elegante, grintoso, unico nelle sue conferenze stampa ed interviste; in grado di gestire situazioni difficili, campioni, pressioni
esterne e di far ricredere tutto il popolo bianconero. Amore per la squadra, costanza e dedizione, uniti ad una società perfettamente in sintonia con lui. L’addio nell’estate 2019, anni sabatici di riflessioni e grandi rifiuti, in attesa di un ritorno in bianconero, due no al Real Madrid, unico allenatore a rifiutare più di una volta i Blancos.
E poi il ritorno nella stagione 2021/2022, tre anni
difficili, di riformazione, una juve sempre più giovane, totalmente diversa da quella lasciata 2 anni prima; ma in fondo, come dice sempre, il calcio è un gioco semplice no? Una storia, come nelle migliori favole, conclusa con un trofeo, un finale iconico, che rende l’idea di cosa è stato Allegri per la Juventus.
Un personaggio passionale, umano, che dopo aver accumulato lo stress degli
ultimi 3 anni ed aver assorbito tutti i problemi extra campo si è tolto più di qualche sassolino dalle scarpe.
Allegri è l’allenatore con più punti ottenuti in serie a (1012), secondo allenatore di sempre con più presenze sulla panchina della Juventus (407), primo per percentuale di vittorie con una singola squadra (67%), allenatore più vincente nella storia della Coppa Italia (5 trofei) e tanti altri record.
Tutto il calcio italiano deve ringraziare un uomo che vive per questo sport come Massimiliano Allegri, che ha risposto in campo alle critiche mettendoci sempre la faccia. A Torino sponda bianconera il tempo si misurerà con un prima ed un dopo Allegri e chissà se quei tifosi che lo accolsero nel lontano 2014 si sono convinti…
dalla penna di Flavio Mori



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